Il Sole da qualche giorno è entrato nel segno astrologico dello Scorpione, ci troviamo quindi nel periodo dell’anno da dedicare alla discesa nell’ombra.
È vero ?
No, non è vero, anche se probabilmente sei abituato a pensarlo, perché è così che questa stagione viene tendenzialmente presentata.
In realtà, tu saresti libero di vivere ogni stagione dell’anno nel modo in cui tu preferisci, perché tu potresti essere libero e, come diceva Giordano Bruno, potresti essere anche oltre lo zodiaco.
Ma Giordano Bruno lo diceva da uno stato di coscienza che l’umanità ancora non conosce, con la conseguenza di essere sottoposta ai cicli e alle energie cosmiche per poter compiere quel viaggio di ritorno all’Uno proprio attraverso l’accompagnamento dell’energie cosmiche, passo dopo passo.
Quindi potresti essere libero, qualora fossi tornato ad essere Ciò che Sei…ma non lo sei e quindi accade che risenti dei cicli, dei movimenti interiori, che sono riflessi proprio nei Cieli, e della stagionalità.
L’ astrologia è un sistema stagionale e in questa stagione dell’anno a te accade esattamente ciò che accade alla natura, che puoi osservare all’esterno.
Non sei tu a doverti dedicare alla discesa nell’ombra, non è una decisione che puoi prendere  né un’azione a cui dedicarti, perché sei naturalmente portato ad incontrare quelle parti di te che fino a poco tempo prima riflettevano un momento stagionale diverso, caratterizzato dalla manifestazione della luce, dal desiderio di farsi notare, di godere la luce e del calore, sia di quelli solari che di quelli che si sprigionano e si incontrano in tutte le occasioni mondane offerte dalla bella stagione.
In questo momento dell’anno, invece, la vita ti spinge naturalmente a ritirarti in te stesso e, ritirandoti in te stesso, hai la possibilità di incontrare quelle parti di te che probabilmente prima hai fatto finta di non vedere o hai consapevolmente accantonato, spinto dal desiderio di guardare altro e di dedicarti ad altro.
La natura adesso si ritira in se stessa e, in questo movimento, tu sei portato ad ascoltarti, ad incontrare te stesso in uno spazio di silenzio e di introspezione.
Questo incontro con te stesso può essere più o meno piacevole, più o meno doloroso e faticoso, in misura di quanto in passato ti sia già dedicato all’osservazione di quelle parti di te che sono ferite , che non sono mai state ascoltate, a cui nessuno si è mai dedicato e che ancora aspettano che qualcuno si rivolga verso di loro, si accorga che esistano, dia loro il permesso di esistere e tenda loro la mano, per aiutarle a sgusciare fuori da quei nascondigli in cui hanno pensato di trovare riparo, quando si sono sentite fragili e in difficoltà.
Ovviamente, questo momento dell’anno non viene vissuto allo stesso modo ogni anno, perché ogni anno si combina non soltanto con l’evoluzione personale di ognuno ma anche con quelli che vengono definiti i transiti del momento.
Io sorrido quando arriva il mese dello scorpione e mi capita di leggere post o articoli dedicati a questo momento.
Sorrido perché ho così tanti valori Scorpione nel mio tema natale che per me questa stagione dura tutto l’anno da 40 anni, ma proprio perché dura tutto l’anno da 40 anni, ho 40 anni di esperienza che mi consentono di sentirmi libera di darti un consiglio o se vuoi un insegnamento .
Se tu vai incontro alla tua ombra, senza portare con te il giusto atteggiamento e senza aver chiaro a che cosa sia finalizzato questo incontro, rischi di doverla incontrare ripetutamente, senza portare mai via insieme a te nessun dono e nessun conseguimento.
Vai incontro ad ogni ombra, considerandola come una bambina ferita, che ha bisogno del tuo amore per trovare il coraggio di uscire fuori da quel nascondiglio in cui ha creduto di trovare riparo e protezione, rassicurala e poi invitala ad uscire, raccontandole che fuori da lì c’è un mondo in cui torna a splendere il sole e in cui le puoi godere della bellezza e della meraviglia che non conosce più da tanto tempo e della cui esistenza si è dimenticata.
Quello dello scorpione è un momento stagionale che incontriamo per circa un mese ogni anno, ma in realtà il lavoro che questo momento dell’anno propone è lo stesso lavoro a cui tutti siamo chiamati durante l’intero arco della nostra vita.
Siamo chiamati in ogni momento ad incontrare l’ombra con l’obiettivo di trascenderla.
Siamo sempre chiamati ad andare incontro a ciò che ci spaventa, a ciò che temiamo, per attraversare quelle paure e liberarci.
Siamo sempre chiamati a liberare il nostro potenziale energetico e creativo rimasto compresso e schiacciato sotto il peso di quelle paure.
Siamo sempre chiamati a smettere di avere paura, perché non percepiamo più il Sole sopra le nostre teste e abbiamo paura di ciò che non riusciamo a scorgere nella penombra o addirittura quando siamo immersi nell’ombra.
Siamo sempre chiamati, come scrivevo giorni fa, a fidarci di quello che ci sembra oscuro e che lo è semplicemente perché noi non riusciamo a vedere cosa contenga.
E siamo sempre chiamati ad intraprendere il viaggio che ci conduca dalla paura e da tutte le sue figlie – tra cui la rabbia, l’ansia, il bisogno di controllo, il desiderio di possesso – alla gioia, alla pace che nasce dalla certezza di essere al sicuro, alla consapevolezza di trovarci qui, non per vivere spaventati e dominati dal senso di insicurezza e dall’ansia di doversi difendere da qualche pericolo, ma per vivere con un atteggiamento diverso, quello dell’esploratore, dell’avventuriero, del bambino gioioso, dell’artista ispirato, dell’innamorato spinto dall’entusiasmo e dalla passione.
E allora questo momento dell’anno può essere finalizzato non ad incontrare l’ombra, ma ad incontrare la vita, la bellezza, la gioia, la meraviglia e ad incontrarle proprio lì, dove si sente -perché spinti da un sentire condizionato, che in realtà non è sentire ma paura – che ci sia oscurità, difficoltà e pericolo.
Questo può essere il momento dell’anno in cui si aprono i propri occhi e ci si accorge di tutta la meraviglia che non si riusciva a scorgere precedentemente.
In questo periodo dell’anno si può comprendere quale fosse l’illusione all’interno della quale si viveva e di cosa significhi illusione.
L’illusione non è nel mondo là fuori.
Non è la realtà esterna ad essere illusoria, è il modo in cui la si percepisce ad esserlo.
E lo è proprio per il motivo di cui scrivevo qualche attimo fa: quel sentire non è libero, è condizionato dalla paura.
L’illusione è sempre in se stessi e nel proprio modo di vedere le cose, nei propri pensieri e anche nelle proprie emozioni, che non sono libere ma condizionate.
L’illusione è anche nei meccanismi percettivi e nella scelta di cosa percepire e cosa ignorare.
L’illusione nasce da una selezione che opera il cervello, che così come ti dice che quello che stai osservando è un albero allo stesso modo ti dice che accanto a quell’albero non ci sia nulla, invece ormai sappiamo benissimo che non esiste il vuoto come lo intendiamo e che quel vuoto apparente in realtà è denso di vita.
Allora, puoi dedicare questa stagione dell’anno anche a scegliere di vedere ciò che i tuoi sensi finora ti hanno detto non esista.
È questo il significato dell’espressione “vedere nell’ombra” , cosa che lo scorpione dovrebbe riuscire a fare.
Vedere nell’ombra non significa dilungarsi, attardarsi a indagare in ciò che fa male.
Vedere nell’ombra significa vedere ciò che apparentemente non c’è, vedere ciò che anche culturalmente e socialmente si è condizionati a non vedere, perché si è condizionati a credere che non esista.
Vedere nell’ombra significa “vedere nonostante l’ombra”, significa vedere nonostante le proprie illusioni e nonostante i propri meccanismi percettivi. Vedere nell’ombra significa dire se stessi: “io so che c’è dell’altro e scelgo di vederlo”.