Categories: Chiavi Genetiche, Vari

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Samhain è la soglia rituale con cui le culture celtiche segnavano il passaggio definitivo dalle abbondanze della crescita alla nuda verità dell’inverno. Tradizionalmente collocata fra la sera del 31 ottobre e il 1° novembre, questa festa rappresentava il capodanno agricolo dei popoli celtici: la chiusura del raccolto, il ricovero delle provviste e l’apertura simbolica di un tempo «altro», sospeso e più permeabile.

Samhain  è una ricorrenza di profonda accettazione del ciclo.
È il momento in cui si muore simbolicamente con l’anno vecchio, si rinasce con il fuoco nuovo e si riabbracciano gli antenati come parte viva del proprio cammino.

Celebrare questa soglia è un modo per allinearsi con i cicli naturali, fare chiarezza in se stessi, morire simbolicamente, celebrando ciò che è stato, onorando gli insegnamenti e scegliendo cosa portare con sè.

Siamo sotto il transito della chiave genetica 44, ne ho parlato in maniera più approfondita qui. 

Puoi onorare il tuo cammino e lasciar andare grossi pesi: la Chiave Genetica 44 ti invita a sciogliere le interferenze, i blocchi karmici.

In corrispondenza di Samhain, puoi farlo come dono a te stesso e a tutti i tuoi antenati.

Puoi farlo visualizzando, sentendo, riflettendo sui tuoi blocchi.

Sono quelle dinamiche che sono sempre uguali, quelle paure che ritornano, quei dolori e quei blocchi che conosci tanto bene quanto la difficoltà ad andare oltre…

Nel post di cui ti ho indicato su il link, trovi una breve meditazione attraverso cui iniziare a farlo.

Se vuoi fare un lavoro più profondo e vuoi farlo insieme a me, contattami!

 

“La memoria è la forza che tiene unita la tribù attraverso il tempo.
La morte non è la fine. È il passaggio.
E il passaggio è sacro.”

Il velo sottile: la dimensione liminale
Al centro di Samhain c’è l’idea che il confine fra il mondo dei vivi e quello dei morti si assottigli. In molte testimonianze popolari si racconta che, in quella notte, gli spiriti — benigni o perturbatori — potessero vagare più liberamente fra i campi e i villaggi. Questa nozione non è mera superstizione: è una mappa del senso umano del tempo ciclico — morte, conservazione e rinnovamento — e insieme un dispositivo sociale che regola rispetto, memoria e paura collettiva. Nel rito, il «velo» non è soltanto una metafora poetica: è la scena rituale dove si negozia l’identità di una comunità rispetto ai suoi antenati e ai suoi limiti.

Fuoco, offerta e comunione: pratiche rituali tradizionali
Le pratiche rituali più consolidate avevano tre poli ricorrenti: fuoco, offerta/banchetto e mascheramento/divinazione.
Fuochi comunitari: I grandi falò avevano una funzione apotropaica (scacciare il male), un ruolo di coesione sociale (riaccendere il focolare domestico dalla brace comune) e un significato cosmico: il fuoco transizionale che accompagna la stirpe nella stagione oscura. In alcuni luoghi si spegnevano i fuochi domestici per riaccenderli dalla fiamma sacra, come rito di rinnovamento.

Offerte agli antenati. Molte comunità riservavano un posto alla tavola per i morti o lasciavano cibo e pane; il pasto silenzioso (dumb supper) era un atto di comunione con chi non c’era più e di riconoscimento del debito di memoria verso la linea familiare.

Maschere, travestimenti e jack-o’-lantern. Travestirsi serviva sia a confondere eventuali spiriti maligni sia a permettere agli uomini di «viaggiare» simbolicamente nel mondo dell’altro. L’usanza di intagliare  vegetali per creare lanterne (antenate delle più moderne lanterne in zucca) nasce in questo crocevia di protezione e racconto popolare.

Divinazione e bilancio dell’anno
Samhain è anche tempo di bilancio: si tiravano le somme del raccolto e si cercavano segni per l’anno a venire. Numerose pratiche divinatorie — dalla lettura delle ossa o delle mele agli esperimenti amorosi e simbolici che promettevano visioni del futuro — trasformavano l’evento in una stanza rituale dove si scrutava il destino personale e collettivo. In fondo, l’intreccio di morte e nascita rende Samhain un tempo privilegiato per trasformazioni interiori: si «vede» ciò che è stato e si semina l’intenzione per il nuovo ciclo.

Samhain: Ricorrenza Sacra del Passaggio, della Ciclicità e degli Antenati

Il suo nome significa “fine dell’estate” in gaelico antico. È il Capodanno celtico, il punto di passaggio tra la metà luminosa e quella oscura dell’anno, il momento in cui il velo tra il mondo dei vivi e quello degli spiriti si assottiglia fino a diventare trasparente.

Samhain è una soglia cosmica. È il limen: lo spazio sospeso tra due stati. Né estate né inverno. Né vita né morte. Il tempo si piega, i confini si dissolvono, e per una notte l’ordine del mondo si capovolge.

Durante questa notte, gli spiriti dei defunti, le fate del sídhe e le presenze dell’Altro Mondo possono attraversare il velo. Si lasciano porte socchiuse, candele accese sulla soglia, ciotole di latte e pane fuori casa. I vivi si travestono con pelli e maschere non per spaventare, ma per confondere gli spiriti e proteggere la propria identità in un momento di fluidità assoluta.

Parallelismo con la 44ª Chiave Genetica 
La 44ª Chiave, che ci accompagna dal 31 ottobre al 4 novembre, parla del passaggio tribale: il momento in cui il vecchio ordine familiare o sociale si dissolve per far spazio a una nuova alleanza.

Come Samhain, è un momento di crisi e rivelazione, di discernimento: chi entra nel nuovo ciclo? Chi resta fuori?
Ombra: paura del caos, rifiuto del cambiamento.
Dono: capacità di lasciare andare il vecchio per accogliere il nuovo.
Siddhi: Fratellanza Universale – il riconoscimento che tutti, vivi e morti, fanno parte della stessa tribù.

La Ciclicità: Vita, Morte, Rinascita

Samhain è il culmine del ciclo agricolo e spirituale. Non celebra la morte, ma la morte come porta alla rinascita. È il seme che cade, muore, e si prepara a germogliare.

Il ciclo si compie in tre fasi:
Estate (crescita, luce, abbondanza) → Samhain (raccolto, sacrificio, declino) → Inverno (silenzio, gestazione) → Imbolc (rinascita).

Parallelismo con la 44ª Chiave – “La Ruota del Destino”
La 44ª Chiave è inscritta nella spirale del DNA tribale. Parla di eredità karmica: ciò che riceviamo, trasformiamo, trasmettiamo.
Come Samhain insegna che niente finisce, tutto si trasforma; la 44ª Chiave dice: “Il passato non è morto. È il terreno fertile del futuro.
Il Dono del Discernimento permette di separare e discernere:cosa portare nel nuovo ciclo? Cosa lasciare bruciare nel falò?

 Il Rapporto con gli Antenati: il Banchetto Silenzioso

Samhain è la notte degli antenati. Non sono fantasmi lontani, ma presenze vive nella memoria collettiva. Vivono nel Sídhe (colline fatate) o nel Tir na nÓg (Terra della Giovinezza). Durante Samhain, tornano a casa.

Si apparecchia un posto vuoto a tavola. Si lascia cibo sulla soglia. Si pronunciano i loro nomi ad alta voce, perché il nome è il ponte tra i mondi. Si mangia in silenzio per dieci minuti: il banchetto silenzioso, condiviso con chi non è più visibile.

Nei rituali moderni, si costruisce un altare degli antenati con foto, oggetti personali, candele bianche, fiori secchi. Si versa sidro sulla terra: “Per coloro che ci hanno preceduto”. Si scrive una lettera e la si brucia nel falò: il fumo porta il messaggio.

La 44ª Chiave parla della Tribù Estesa: la tribù oltre il sangue: antenati, maestri, spiriti guida.
Samhain insegna: “Non sei solo. Sei parte di una stirpe che attraversa i secoli.”
La 44ª Chiave risponde: “La vera leadership non è dominio, ma servizio alla memoria collettiva.”
Il Siddhi della Fratellanza si manifesta quando i vivi onorano i morti non con paura, ma con gratitudine.

Quali Antenati vuoi onorare?

Prenditi uno spazio di riflessione e chiediti chi percepisci come Antanato.

Gli Antenati non sono soltanto i membri del tuo albero genealogico.

Sono Antanati anche i tuoi Maestri spirituali, le tue Guide, gli Spiriti Animali.

Sono antenati tutti coloro che ti hanno preceduto, le figure che ammiri, coloro che consideri Maestri, tutte le Anime che hanno camminato sulla Terra e hanno segnato nuove Vie e tracciato nuovi cammini, spirituali, artistici, sono Antanati i grandi pionieri della storia, puoi rendere onore a tutti loro!

Parallelismo con la 44ª Chiave – “Il Rito di Passaggio Tribale”
Ogni rituale di Samhain è un rito di iniziazione collettiva. Lo sono i viaggi sciamanici, le candele accese, le finestre lasciate aperte, le porte socchiuse, i falò…
La 44ª Chiave dice: “Il vero leader è colui che sa quando lasciare andare il vecchio re.”
Samhain è il momento in cui il capo tribù muore simbolicamente per far posto al successore – non con violenza, ma con consapevolezza del ciclo.

Frase Ritualistica per Samhain e la 44ª Chiave

“Questa è la notte in cui il velo è sottile,
 in cui i vivi e i morti si tengono per mano.
Onoriamo chi ci ha preceduto.
Accogliamo chi verrà dopo.
Il ciclo gira. La ruota non si ferma.
Il passato è il seme. Il futuro è il frutto.
Così è stato. Così è. Così sarà.”

🪶 Ti lascio un rito che puoi fare oggi o nei prossimi giorni:
Questo rito non invoca divinità né forze esterne: mette in scena il dialogo fra memoria e rinnovamento.
La fiamma rappresenta la coscienza che attraversa il buio;
l’acqua, la continuità del tempo;
il frutto, la promessa della rinascita;
il gesto di bruciare o sotterrare, l’accettazione del cambiamento come parte del ritmo naturale.
Celebrarlo significa abitare il confine — quello fra stagioni, vite, emozioni — con rispetto e lucidità.
È un esercizio di presenza, un modo per dire sì al fluire della vita, anche nei suoi silenzi.

È un rito laico, simbolico e rispettoso, pensato per chi desidera sentire il senso del passaggio e del raccoglimento, più che “fare magia”.

🔥 Rito di Samhain: “La Soglia e la Fiamma”

🕯 1. Preparazione dello spazio
Scegli un luogo tranquillo — una stanza, un terrazzo o un angolo di giardino.
Oscura leggermente la luce e accendi una candela o un piccolo braciere.
Accanto, poni:
una ciotola d’acqua, simbolo del mondo invisibile e della memoria;
un frutto autunnale (mela, melograno, castagna), o qualsiasi altro frutto, simbolo del ciclo vitale;
un foglio e una penna;
se desideri, una fotografia o un oggetto legato a una persona cara scomparsa, da onorare in silenzio.
Disponi tutto su una tovaglia, come un piccolo altare stagionale.
Spegni dispositivi elettronici: il silenzio è parte integrante del rito.
🌗 2. Apertura del cerchio
Stai in piedi davanti alla candela, inspira profondamente e immagina che il respiro formi un cerchio luminoso intorno a te.
Poi pronuncia lentamente:
“Siamo alla soglia dell’anno,
il giorno e la notte si abbracciano.
Onoro ciò che è stato,
accolgo ciò che sarà.”
Respira. Senti che tutto ciò che non serve più — abitudini, pesi, pensieri — può dissolversi nel respiro.
🌾 3. Riconoscimento e gratitudine
Guarda il frutto o la ciotola d’acqua e pensa a ciò che hai raccolto quest’anno: non solo frutti materiali, ma anche esperienze, insegnamenti, incontri.
Annota su un foglio tre cose per cui provi gratitudine.
Leggile ad alta voce, poi ripiega il foglio e posalo accanto alla candela.
“Ringrazio la terra che nutre,
il tempo che insegna,
e la vita che continua.”
🌑 4. Commiato e trasformazione
Ora pensa a ciò che desideri lasciare andare.
Scrivi su un altro foglio parole o simboli che rappresentino quei pesi.
Poi, con cautela e in sicurezza, brucia il foglio nella fiamma (oppure strappalo e sotterrane i frammenti in un vaso o nel terreno).
Mentre lo fai, pronuncia:
“Ciò che muore, nutre.
Ciò che lascio, si trasforma.
Dalla cenere nasce il seme.”
Lascia che il gesto sia lento, consapevole. È il cuore del rito: trasformare, non cancellare.
🌒 5. Onore agli antenati
Se hai portato una foto o un oggetto di un caro defunto, posalo vicino alla ciotola d’acqua.
Offrigli una parola, un pensiero, o semplicemente un momento di silenzio.
Puoi dire:
“Camminate con me nel ricordo,
non dietro né davanti,
ma accanto, come luce gentile.”
Bevi un sorso d’acqua: è il gesto che riunisce passato e presente.
🌕 6. Chiusura
Ringrazia i quattro elementi — terra, aria, fuoco, acqua — e te stesso per averli evocati.
Spegni la candela con rispetto (non soffiando, ma con un gesto lento), e chiudi dicendo:
“La soglia si chiude,
ma la fiamma resta nel cuore.”
Lascia che il luogo resti in quiete per qualche minuto.
Poi, se vuoi, mangia il frutto: atto di comunione con la stagione e con la vita che continua.

Ho preparato un PDF, con un rito poetico da recitare, che ti dono con piacere.

Se vuoi riceverlo, scrivimi su whatsapp al n. 3208048069 o inviami una mail a veranikastelleemagia@gmail.com.

Se vuoi ricambiare il dono, ti chiedo di condividere questo o altri miei post 💚

Ps: il mese di Novembre è particolarmente indicato per lavorare sulle memorie genealogiche. Se non conosci questo prezioso strumento e vuoi scoprire in che modo farlo, scrivimi.

Ti aspetto!

Vera Nika

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