Categories: Tarocchi

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Anche se non sei un appassionato di Tarocchi, è molto probabile che tu abbia visto questa immagine.

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Ti sei mai chiesto perché il Diavolo, nei Tarocchi di Marsiglia, mostra la lingua?
Se osservi lo stesso Arcano, in un altro mazzo, nei Tarocchi Rider Waite Smith ad esempio, per fare riferimento al secondo mazzo maggiormente conosciuto e utilizzato, oltre a quello di Marsiglia, puoi notare che questo particolare manca.
Nei RWS il Diavolo è più serio, quasi accigliato.

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I Tarocchi sono una stratificazione di simboli, ogni mazzo ha la sua iconografia e ogni simbolo rimanda a un ventaglio di significati senza limiti.
Non esiste un’ interpretazione migliore dell’altra, non esiste, soprattutto, un numero codificato e limitato di significati e interpretazioni.
A te, la lingua che mostra il Diavolo cosa trasmette?
Ti incute paura, come se fosse una maschera spaventosa?
Oppure ti fa ridere, come se fosse una linguaccia fatta per gioco?

I Tarocchi sono uno strumento parlante, che parla a chi lo usa.
Il significato più importante è quello che giunge a te, perché ti mostra i tuoi contenuti inconsci, i significati che magari non riesci ad elaborare e che, con l’aiuto delle carte, possono emergere più facilmente.
Il Diavolo potrebbe spaventarti, anche perché nell’inconscio collettivo si sono formate stratificazioni di significati spaventosi attribuiti a questo Arcano.
Potrebbe metterti a contatto con parti nascoste dentro di te che neghi o hai rimosso.
Potrebbe, quindi, parlarti della necessità di andarle a contattare, visitare, conoscere, elaborare, integrare.
Oppure potrebbe lasciarti indifferente o potrebbe addirittura piacerti.

Come ogni Arcano, tuttavia, contiene una serie di simboli, che possono aiutarti nella comprensione dei significati a cui può farti accedere.
Questo Arcano è un ponte per l’inconscio ed è anche una sorta di Guardiano della Soglia.

È una tappa necessaria da attraversare, per poter accedere alla parte successiva del Viaggio del Matto, che, dopo l’incontro con la Torre, prosegue con la Stella, carta con cui si entra nella parte del Viaggio in cui si incontra il Cielo.
Il Guardiano della Soglia ha il compito di impedirti l’accesso fino a quando non superi le tue paure e le tue sfide.
Ti dice che non puoi passare, fino a quando non ti liberi delle zavorre, perché quelle zavorre ti appesantiscono e ostacolano la tua ascesa verso il Cielo.

Tu vuoi salire?
Se vuoi farlo, devi guardare in faccia le tue paure, come il Diavolo guarda in faccia te, con i suoi otto occhi e le sue due facce.
Le due lingue di fuori ti dicono che lui si mostra senza maschere, nudo.

È davanti a te, senza necessità di darsi un contegno.
Le tue paure sono di fronte a te nella loro purezza, a te il compito di guardarle e accoglierle.
Non puoi negarle, non puoi fingere che non ci siano.
Ti parlo di paure perché, se indaghi le resistenze, la rabbia, gli attaccamenti e qualunque altro contenuto del tuo inconscio, arrivi ad un punto finale in cui scopri che, sotteso ad ognuno, trovi la paura.
Il Diavolo, mostrandoti la lingua, ti invita a entrare dentro di lui, e dentro di te, senza filtri.

Quella lingua puoi vederla anche come una scala, un passaggio per la tua interiorità, e un invito ad entrare.
Ma la lingua di fuori, insieme alla smorfia che sembra fare, ha anche un ulteriore significato, quello che io preferisco.

Il Diavolo ti sta suggerendo che quello che temi…è una sorta di scherzo, un gioco, se vuoi.
Ti dice di non prendere le tue paure così sul serio, perché sono nate da un equivoco e continuano ad esserlo.
Si sono formate in un tempo in cui la tua Coscienza non è stata in grado di elaborare un vissuto e lo ha messo in cantina, nella cantina buia e disordinata del tuo inconscio.
E il Diavolo ti porge anche la torcia che ha in mano e ti invita ad entrare e illuminare la cantina.

Ti mette di fronte a quello che temi e ti mostra la strada per liberarti delle tue catene.

Perché è così che sei, incatenato, come le due figure della Carta, legate da un laccio.

A tenerti prigioniero è quello che temi e, ancora prima, il fatto che lo temi.

La paura è una condizione esistenziale, un tessuto vibratorio, che vive dentro e intorno a te e che diventa una rete, in cui tu rimani incastrato, come un pesce, finito dentro la rete del pescatore.

Vuoi uscire fuori dalla rete?

Tu sei il pesce, ma sei anche la rete e, ancora, sei perfino il pescatore.

Ti sei intrappolato da solo, quando hai spinto giù nella tua cantina quello che in quel momento non hai saputo comprendere, non potevi sostenere.

Non potevi fare altro e questo meccanismo di difesa ti ha protetto.

Tuttavia, nel tempo ha smesso di svolgere la sua funzione di difesa e si è straformato in una trappola, perché ti mantiene vittima di un meccanismo in cui non hai la possibilità di vedere le cose per quello che sono…ancora le filtri attraverso quell’antico vissuto, che ormai non è più reale, non è attuale.

È questa la trappola, questo ti tiene prigioniero!

E adesso che sei cresciuto, non sei più quel bambino spaventato che non riusciva a comprendere cosa stesse accadendo, hai compiuto altri passi nel cammino della tua vita, se vuoi, puoi strappare la rete e iniziare a nuotare.

Puoi accettare la torcia che ti porge il Diavolo, andare a visitare il tuo inconscio e liberarti.

Se lo fai, puoi trovare quello che avevi nascosto e, illuminandolo, puoi fidarti del fatto che non sarà più così spaventoso.
Ti accorgerai che quello che ti spaventava risulterà privo di consistenza, perché è soltanto l’eco di un passato che non  c’è più.
Era soltanto un fantasma che abitava la tua cantina.
I fantasmi non sono reali.
Non perché non esistano…ma perché sono residui energetici ed emotivi.
Anche le paure lo sono e tu, dopo averle illuminate, saprai che la tua cantina è ormai libera, pulita e luminosa.

Se l’argomento ti appassiona, ti invito a leggere anche il post Cosa sono i Tarocchi!

Se vuoi lavorare su questi temi, nella sezione Cosa posso fare per te trovi diverse tipologie di strumenti e proposte.
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Vera Nika

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